perchè
Pellegrinaggio in ALBANIA - 2013
All'interno delle attività che la nostra Associazione ogni anno programma, viene inserito un viaggio che più di altri prende la connotazione di un pellegrinaggio.
Ricordiamo nel 2008 il pellegrinaggio in Terra Santa; nel 2010 la riproposizione del cammino sulla via Francigena Verona-Roma a piedi; nel 2012 il pellegrinaggio in Turchia sulle tracce del primo viaggio apostolico di San Paolo con meta in Antiochia di Pisidia.
Quest'anno, su proposta del nostro assistente spirituale Don Mario e a ricordo dell'Anno della Fede, abbiamo scelto di percorrere a piedi le strade dell'Albania.
La scelta di andare in Albania non è tanto per i monumenti, ma proprio per incontrare persone e gruppi che hanno lottato in silenzio per conservare la fede, e questo proprio perché siamo nell'anno della fede, sarà l'occasione anche per rivedere la nostra fede non sui discorsi di fede, ma sulla ricchezza spirituale di un popolo che non è solo quello liberticida che è scappato in Italia per primo quando hanno aperto le carceri, favorendone la fuga.
Nel 1967 l' Albania si dichiarò il primo stato ateo al mondo " Lo stato non riconosce alcuna religione e svolge la propaganda ateista al fine di radicare negli uomini la concezione materialistico scientifica nel mondo." Nel codice penale si stabilirono pesanti pene per "propaganda religiosa e produzione, distribuzione e conservazione di letteratura religiosa".
La situazione attuale delle confessioni religiose presente nel paese è molto varia e disomogenea geograficamente all'interno dello stesso. La mappa religiosa ha mantenuto nel tempo la distribuzione storica. I cattolici si trovano principalmente nell'Albania del Nord, i musulmani hanno una zona più ampia con forte presenza nelle zone centrali e rurali, mentre gli ortodossi (Albanesi e Greci), appaiono nelle zone meridionali del Paese. La migrazione interna intanto ha fatto in modo che si creassero molte zone dove la popolazione si divide in più comunità religiose.
Il Viaggio diventa per noi occasione di incontro, di raccolta di testimonianza direttamente da chi, pur di conservare la fede ha dovuto subire discriminazioni e ogni tipo di vessazioni corporali e morali.
Tutto acquista ancora più valore perché potremmo constatare la preziosa opera di un giovane prete albanese Don Artur, al quale siamo legati da una profonda amicizia, consolidata dall' avere condiviso l'esperienza del pellegrinaggio in Terra Santa..
Tutti noi Pellegrini siamo certi che sarà una esperienza forte, anche se non priva di difficoltà.
Tutto sarà vissuto nello spirito del Pellegrino: il camminare a piedi, per aver tempo di ammirare la natura; di dialogare con chi ti è compagno di cammino, condividere con lui gioie e fatiche; aver tempo di aprirti al saluto e all'incontro delle persone lungo il tuo cammino; tempo di silenzio per prenderti cura di te, per riflettere, per ascoltare i bisogni profondi del nostro cuore.